Il Tabacco Burley, un sapore delicato e ricco di aromi

27 Giu 2019 | Aromi Black Note, liquidi Black Note, News

Cosa devi sapere sul tabacco Burley

Il tabacco Burley, con il suo sapore bilanciato, è una scelta di tabacco molto popolare. Insieme ad altri due tipi di tabacco – il Virginia e l’Orientale – il Burley è tra i più utilizzati nel mondo. Il pregio di questo tabacco è di avere un gusto dolce, fresco, aromatico ma anche neutro, tale da adattarsi facilmente alle miscele.

Origine e diffusione del tabacco Burley

Il tabacco Burley nasce e si diffonde originariamente negli Stati Uniti. Alcuni Burley di altissima qualità si sono diffusi anche in altre parti del mondo, a cominciare dall’Italia. Questo tipo di tabacco, infatti, ha trovato nel nostro paese un habitat davvero ideale. In particolare, nelle pianure campane intorno al Vesuvio. Il terreno cinèreo che circonda queste pendici presenta delle caratteristiche molto ideali per questa tipologia di pianta. La cenere e le sostanze organiche del territorio, infatti, sono delle essenziali proprietà nutritive. La pianta, di conseguenza, assorbe e acquisisce tutti gli ingredienti e microelementi delle ricche terre vulcaniche, frutto delle eruzioni del Vesuvio. Una ricchezza di gusti e profumi che, anche a causa della totale assenza di zuccheri, si diffonde durante la combustione della struttura leggera della foglia. Un gusto di tabacco che, previa la trinciatura, viene conciato anche con miele e zucchero per essere caramellato ad alte temperature.

Le caratteristiche essenziali del tabacco Burley

Il tabacco Burley si caratterizza per una notevole carica di nicotina all’interno delle sue foglie e una bassissima presenza di zuccheri naturali. Queste peculiarità dipendono sia dalla natura della pianta che dal processo lungo di essiccazione. Il tabacco Burley offre un’esperienza equilibrata, dolce ma ricca. Ha la capacità di assorbire gli aromi, caratteristica che lo rende adatto per essere miscelato con altri tabacchi e fragranze. La maturazione al sole e la stagionatura ne esaltano tutto il sapore e il giusto equilibrio. La pianta del Burley ha una struttura molto alta, in media raggiunge i due metri. Una pianta può contenere tra le 40 e le 50 foglie. Quest’ultime dopo essere state essiccate e curate assumono una colorazione che varia dal marrone chiaro, al rossiccio, fino a raggiungere tinte di marrone anche molto scuro.

La lavorazione della pianta di tabacco

Il tabacco Burley americano si caratterizzata per un elevato tenore di nicotina e una bassa presenza di zuccheri. La variante italiana (detta “da riempimento”), invece, è meno nicotinica. Grazie alla sua costituzione cellulare, assorbe molto facilmente gli aromi. Questa qualità si utilizza molto nelle miscele da pipa o nei blend da sigaretta.

In Italia i semi della pianta si piantano nei mesi di febbraio o marzo tramite “float system”, mentre le piantine si trapiantano nel campo a maggio o giugno. Negli Stati Uniti, invece, la cimatura avviene due mesi dopo, a fioritura incipiente, per favorire la crescita del tessuto fogliare. La raccolta negli Stati Uniti avviene a pianta intera, mentre in Italia la cimatura non ha luogo e la raccolta avviene foglia per foglia. Successivamente il  tabacco viene poi sottoposto a cura ad aria (light air-cure) nei mesi estivi.

Il trattamento delle foglie ha luogo all’interno di particolari serre, coperte con dei film plastici in polipropilene o polietilene con rete ombreggiante. L’intento è chiaramente quello di limitare gli effetti negativi della luce. Disposte in filze, le foglie subiscono un lento essiccamento: dall’ingiallimento evolvono a un successivo ammarronamento della lamina, concludendosi con l’essiccamento della costola.

La nascita del Burley

La storia del tabacco Burley nasce da un’apparente difetto. Nel lontano 1860, un coltivatore dell’Ohio rilevò che nelle sue coltivazioni di Kentucky alcune piante differivano sensibilmente per aspetto e qualità del tessuto. Questa differenza si notava sia nell’aroma che nel gusto, più fine e gradevole. Si selezionarono quelle piante che presentavano questi caratteri differenziali più marcati. Da allora si coltivò sia nell’Ohio che in Kentucky questo particolare tabacco denominato Red Burley. Quattro anni dopo due agricoltori, George Webb e Joseph Fore, sempre in Ohio piantarono semi provenienti dal tabacco Kentucky. Dall’esperimento ottennero una nuova varietà: il White Burley, con foglie più chiare con toni dal biancastro al giallognolo. Non sorprende però se il primo raccolto fu distrutto. La colorazione delle foglie era così atipica da indurre i contadini a ritenere che le piante fossero state colpite da una malattia. In ogni modo, il nuovo tabacco riscosse un gran successo. Già negli anni ottanta dell’ottocento la percentuale di coltivazione dei campi del White Burley arrivò al 36%.

La storia del tabacco Burley in Italia

Si è introdotto il tabacco Burley in Italia a partire dagli inizi del 900, precisamente in Campania. Il Burley divenne una coltura privilegiata per la sua elevata produttività e la facilità della coltivazione. Nonostante ciò, questo tabacco non incontrò subito il favore dei fumatori italiani. Smise di essere coltivato dopo appena una quindicina di anni. Solo nel 1925, quando i fumatori italiani avevano ormai imparato ad apprezzare l’American Blend, il Burley tornò in voga.

Dopo il successo dell’American Blend, le superfici dedicate alla coltivazione di Burley aumentarono sempre di più. Si ottennero nuove varietà più adatte al clima e al territorio e più resistenti alle malattie. Negli anni sessanta ci fu un arresto delle superfici di coltivazione a seguito dell’epidemia di peronospora (detta “muffa blu“). Solo con l’uso di ibridi australiani più resistenti, in pochi anni si riuscì ad arginare l’emergenza.

Il tabacco Burley tra liberalizzazioni e restrizioni alla coltivazione

Negli anni settanta si liberalizzò la coltivazione delle piante Burley. Con il regolamento n.727/70, si definirono  le regole ed i criteri per il sostegno della coltura. Inizio una fase di massima libertà imprenditoriale per produttori e trasformatori, ma fu bilanciata da adeguati controlli. Questa tendenza però anziché migliorare il rendimento delle colture, determinò un rapido peggioramento e decadimento delle caratteristiche qualitative del tabacco. Nel 2002 la Comunità Europea modificò le regole per gli incentivi alla produzione di tabacco. Incentivi che si vincolarono alla qualità del prodotto ottenuto, ma due anni furono abrogati. Questo settore continua a essere sottoposto a forti tensioni. La conseguenza più immediata è che l’estensione delle superfici coltivate a Burley è diminuita a seguito dell’abolizione dei premi comunitari.

I CONSIGLI DELL’ESPERTO: come svapare al meglio le miscele di Tabacco Burley?

Il tabacco Burley è complesso per le sue caratteristiche. Può avere un’aroma sia dalle note forti che tendenti al dolciastro. Per chi preferisce una venatura dolciastra, è consigliato generalmente utilizzare un atom con campanatura tondeggiante. Le scelte possono spaziare tra il Kayfun Prime, il nuovo Kayfun Lite 2019 oppure il Gus Zest. Su quest’ultimo è opportuno optare una configurazione da 2*1mm di fori da sotto coil, così da tenere la temperatura non elevata ma neanche estremamente bassa. Per quanto riguarda le resistenze è consigliabile a spire larghe, ad esempio 6 spire su punta da 2.5mm, con classico filo da 0.32mm/ 28ga.

Per percepire invece le note forti del burley è consigliabile Vape System By Ka V8 con configurazione standard del camino ed un air pin da 1.2, questo atom ha la peculiarità di esaltare i sentori forti dei tabacchi, sia chiari che scuri.

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